Nel bel mezzo di una crisi climatica ed energetica noi come piccoli produttori pensiamo che alcune pratiche, da sempre assodate come corrette ed efficaci vadano riviste o quanto meno indagate e messe in discussione.
Ridurre l’impatto negativo del vetro
La singola voce che, nella produzione di vino, impatta di più in termini di emissioni di CO2 è la produzione di vetro per bottiglie: da sola incide per il 24% delle emissioni totali, arrivando al 30% se si includono le voci dello smaltimento e del trasporto.
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Creare un’alternativa più sostenibile del riciclo
Studi universitari (Università di Wageningen e Politecnico di Milano) e sperimentazioni europee dimostrano che il vuoto a rendere ha performance ambientali migliori ed è, quindi, preferibile al riciclo entro le brevi distanze (non superiori ai 200 km).
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A seguito del forte aumento della materia prima (dovuta alle tensioni geopolitiche europee), che ha interessato anche il vetro, unitamente alla volontà di ridurre l’impatto della filiera produttiva, Braccia Rese nel 2023 ha avviato la sperimentazione B2B del vuoto a rendere (var) su due linee di prodotto (i vini rossi “Gambai” e “Torch”), dando vita al progetto “Bottiglie Rese” che, nel primo anno, ha permesso il riuso di circa 900 bottiglie (il 6% rispetto alla produzione totale).
Intenzione futuro: alcune bottiglie su tutte le referenze, piuttosto che solo due.
Brevi distanze, un elemento fondamentale:
La filiera attivata, per rendere il var efficace e pratico, si articola nel raggio di circa 100km dalla zona di produzione del vino: coinvolge vinerie e ristoranti della provincia di Cuneo e Torino, che si impegnano a restituire le bottiglie vuote (incluso il cartone che le conteneva) per avviarle alla pulizia presso l’azienda di sanificazione bottiglie Newbiemmepi di Neive (Cuneo).
Ripensare l’etichetta per supportare una pratica virtuosa:
In fase di lavaggio, per evitare problemi in fase di rimozione dell’etichetta (che può causare difetti estetici e richiedere uso di prodotti chimici) si è escluso l’incollaggio su vetro, creando un pieghevole che si appende al collo delle bottiglie che si fissa con cera lacca a sigillo di garanzia.
Un’abitudine semplice da adottare:
Per iniziare ad utilizzare bottiglie già usate precedentemente l’azienda ha semplicemente dovuto comunicare la scelta all’ASL e aggiornare il manuale di autocontrollo con la descrizione delle modalità della procedura adottata (raccolta, lavaggio e stoccaggio).
bottiglie riusate il primo anno
distanza percorsa dalle bottiglie
risparmio economico sull’acquisto di nuove bottiglie
ristoranti coinvolti
• Ristoranti ed enoteche
• Azienda di lavaggio e sanificazione bottiglie (New Biemmepi di Neive - Cuneo)
Limiti da considerare
• Richiesta di spazi di stoccaggio da parte delle attività di ristorazione
• Non è praticabile per l’export
• Necessità di avere la stessa forma di bottiglie
Potenzialità
• Intraprendere la strada per la logistica di un var B2B a B2C
• Creare un sistema var territoriale: necessità di armonizzare dal punto di vista formale le bottiglie
• Creare un vademecum con i passi fondamentali di adozione della pratica per stimolare la replicabilità.
2019
Braccia Rese è il progetto vitivinicolo di 3 ragazzi piemontesi (Elia, Livio e Giovanni) che producono ogni anno circa 11.000 bottiglie di vino. Sono un designer che ha deciso di diventare vignaiolo, un geometra con la voglia di continuare a far vivere la vigna di famiglia e un enologo con l’intenzione di fare buon vino nel territorio di casa. Il nome Braccia Rese racconta di percorsi di vita distanti e di persone che scelgono di ridare le braccia all’agricoltura, per vivere vicino alle colline di casa e raccontare il territorio al di fuori dei confini locali. Il progetto nasce con l’obiettivo di recuperare i vitigni autoctoni dei nonni (come la Neretta Cuneese) agendo secondo i principi della sostenibilità.