“Siamo ospiti della terra: continuare a ucciderla non è che l’ultimo, ciclopico tentativo di suicidio della specie”.
Il progetto Critical Wine No TAV nasce dall'intreccio tra due resistenze: quella del movimento No TAV contro la devastazione territoriale della Val di Susa (TO) e quella dell'agricoltura contadina contro l'industrializzazione alimentare. La sfida principale consiste nel contrastare un sistema economico che degrada territori e natura a mero oggetto di consumo usa-e-getta, riducendo la valle a corridoio di traffico per merci e capitali. Il movimento affronta l'omogeneizzazione dei sapori e la perdita di biodiversità agricola, contrapponendosi alle logiche delle grandi distribuzioni e delle produzioni industriali vinicole. La sfida culturale è costruire un'alternativa concreta che dimostri come il rifiuto del modello dominante possa generare qualità di vita, relazioni sociali autentiche e pratiche economiche sostenibili basate sul rapporto diretto tra produttori e consumatori.
Critical Wine No TAV incarna perfettamente il principio "R0. Rifiutare" dell'economia circolare, ponendosi come pratica radicale di sottrazione al sistema produttivo e di consumo dominante. L'evento, giunto alla quattordicesima edizione, rifiuta esplicitamente la logica delle fiere commerciali tradizionali, proponendo invece un modello basato sull'incontro diretto tra vignaioli indipendenti e consumatori critici.
Il Manifesto del Critical Wine dichiara apertamente di "rifiutarsi di produrre e di consumare l'infelicità del mondo", bandendo OGM, pesticidi chimici, sfruttamento umano e crudeltà animale. I produttori coinvolti rifiutano la grande distribuzione, l'autocertificazione sostituisce le certificazioni industriali, il "prezzo sorgente" rimpiazza le speculazioni di mercato. Il rifiuto si estende al modello stesso di sviluppo incarnato dal TAV: l'evento celebra chi sceglie di restare sulla terra, di recuperare terreni abbandonati, di praticare un'agricoltura che non insegue la crescita infinita ma i ritmi naturali.
È un NO praticato materialmente, culturalmente e socialmente contro un sistema che mercifica territorio, lavoro e relazioni umane.
14 edizioni organizzate dal 2012 a Bussoleno (TO)
Oltre 40 produttori di vino da tutta Italia e Francia partecipanti all'edizione 2025
Programma culturale con oltre 15 eventi tra degustazioni guidate, dibattiti, laboratori, spettacoli teatrali e concerti per edizione
Creazione di una rete nazionale di produttori "critici" e consumatori consapevoli
Enti organizzatori:
Produttori agricoli:
Operatori culturali e sociali:
Istituzioni locali:
Limiti da considerare:
Limite geografico e di scala
Il progetto mantiene volutamente una dimensione locale e umana, il che ne costituisce la forza ma anche un limite strutturale. L'evento si concentra principalmente sulla Val di Susa e attrae un pubblico già sensibilizzato o parte di movimenti sociali affini. La scelta di non crescere quantitativamente limita l'impatto su un pubblico più ampio, riducendo le possibilità di contaminazione culturale verso consumatori non ancora critici. La dipendenza da un territorio specifico rende l'iniziativa meno replicabile in altri contesti che non abbiano una storia di lotta territoriale simile, limitando l'espansione del modello.
Limite comunicativo e di accessibilità
Il forte legame con la lotta No TAV, pur essendo identitario e valoriale, può creare barriere di accesso per chi non condivide o non conosce questa battaglia politica. Il linguaggio del movimento, radicale e conflittuale, rischia di polarizzare il dibattito invece di allargare il consenso. La comunicazione dell'evento, pur presente sui social media, rimane prevalentemente orientata a un pubblico già informato e politicizzato. Manca una strategia comunicativa capace di raggiungere fasce più ampie di consumatori potenzialmente interessati alla qualità del vino e alla sostenibilità, ma non necessariamente coinvolti nelle lotte territoriali. Questo limita la capacità del progetto di diffondere il modello del consumo critico oltre i confini del movimento.
Potenzialità:
di replicabilità e contaminazione
Il modello Critical Wine dimostra la possibilità di costruire economie alternative al sistema dominante. L’esperienza di quattordici edizioni offre un patrimonio utile ai territori in conflitto ambientale o interessati a filiere produttive e di consumo diverse. La metodologia del prezzo sorgente, dell’autocertificazione e del rapporto diretto tra produttori e consumatori è applicabile anche ad altri settori, dall’agricoltura all’artigianato. La dimensione culturale dell'evento, che integra degustazione, formazione, dibattito politico e socialità, offre un modello di economia relazionale esportabile. Il network di produttori costruito negli anni rappresenta un capitale sociale che può essere mobilitato per altre iniziative di economia solidale e resistenza territoriale.
Potenzialità di rafforzamento delle reti territoriali
L'evento funziona come catalizzatore di alleanze tra diversi soggetti che operano per la difesa del territorio e la costruzione di alternative economiche. La collaborazione tra Movimento No TAV, Movimento Terra, Associazione La Credenza, olivicoltori, artigiani e centri sociali crea una rete di mutuo supporto che va oltre l'evento stesso. Questa rete può svilupparsi ulteriormente integrando altri attori locali: amministrazioni pubbliche progressiste, cooperative agricole, gruppi di acquisto solidale, scuole, università. La forza del modello risiede nella capacità di tenere insieme lotta politica, pratica economica e costruzione culturale, generando un ecosistema territoriale resiliente. La nuova sede dell'Associazione La Credenza, può diventare un polo permanente per l'agricoltura critica, con spazi museali, biblioteca, formazione per migranti, incubatore di progetti agroecologici.
Associazione Culturale La Credenza: fondata nei primi anni 2000 (l'osteria ha operato per oltre 20 anni fino a fine 2023). Critical Wine Bussoleno: Prima edizione straordinaria in Val di Susa nel 2012; l'edizione 2025 è la quattordicesima. Movimento Critical Wine nazionale: 2002 (ideato da Luigi Veronelli e centri sociali autogestiti).
L'Associazione Culturale La Credenza nasce dall'esperienza dell'omonima osteria fondata a Bussoleno da Nicoletta Dosio e Silvano Giai, che per oltre vent'anni è stata punto di riferimento per il movimento No TAV e per chiunque cercasse uno spazio di discussione, accoglienza e convivialità in Val di Susa. La mission dell'associazione si fonda sull'intreccio tra difesa del territorio, promozione dell'agricoltura contadina e costruzione di alternative culturali e sociali al modello neoliberista. L'associazione promuove il motto "Terra è libertà", personalizzazione valsusina del "Terra e libertà" coniato da Luigi Veronelli, sottolineando come la lotta per la terra e quella per la libertà siano inscindibili. La filosofia dell'ente si ispira ai principi del Critical Wine: sensibilità planetaria, agricoltura contadina, rivoluzione dei consumi, rifiuto dello sfruttamento umano e ambientale. Gli obiettivi comprendono l'organizzazione di eventi culturali e conviviali, la promozione del consumo critico e della filiera corta, il sostegno ai produttori locali, la creazione di spazi di aggregazione e formazione per la comunità, la conservazione della memoria contadina e della resistenza territoriale. La nuova sede dell'associazione, intitolata a Silvano Giai dopo la sua scomparsa nel 2024, ospita un piccolo museo degli attrezzi del lavoro contadino, una biblioteca, spazi per corsi di italiano per migranti, sale per riunioni e iniziative culturali. L'associazione si propone come "casa del popolo" contemporanea, luogo dove teoria e pratica, politica e convivialità, locale e globale si incontrano per costruire concretamente quella "nuova contadinità" immaginata da Veronelli: culturalmente cosmopolita, ecologicamente integrale, socialmente giusta.