Crate: il primo vino senza etichetta

Un packaging che rifiuta il superfluo

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“Non c'è stampa di etichette, non ci sono adesivi, non c'è uso di carta e si consuma meno energia nella linea di imbottigliamento grazie all'eliminazione della componente etichetta”. “Symply, great wine without the packaging”

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sfide

Riprogettare il packaging del vino, rifiutando il superfluo.

Prediligere una progettazione coraggiosa che riduca l’impiego di inchiostro, colle, carta, materiali plastici ed energia sulle linee di imbottigliamento.

Scuotere il settore vitivinicolo che ha messo sempre al centro del dibattito l'impatto dell'uso della plastica sull'ambiente, considerando raramente che anche le etichette di carta sono parte del problema (dal momento che la loro applicazione sulla bottiglia richiede di utilizzare il liner, supporto siliconato)

Le preoccupazioni ambientali hanno portato a una diminuzione dell'uso della plastica e le risorse di carta sono state utilizzate per compensare.

descrizione

La bottiglia è nuda

Crate è la prima linea di vini al mondo senza etichetta, che apre una nuova strada nell’immaginario del packaging, facendo luce su nuove possibilità alternative alla progettazione convenzionale. Si tratta di vini di alta qualità, maturati in botte, prodotti dalle principali regioni vinicole australiane.

La scelta di un design che elimina tutti i materiali di branding che si considerano “non sostenibili” è sicuramente coraggiosa, considerato il ruolo che oggi l’etichetta svolge nella comunicazione per un’azienda vitivinicola, carta d'identità da cui si possono trarre gli elementi utili per identificare il prodotto, il brand, gli aspetti normativi e il “carattere” dell’azienda.

Tuttavia, parlare di sostenibilità significa anche assumersi dei rischi e andare oltre il convenzionale, esplorando altri modi di fare branding e comunicare.

Dove sono tutte le informazioni?

Tutte le informazioni relative al vino sono trasferite sulla capsula del tappo a vite, pensata per essere il più piccola possibile (per ridurre la materia prima plastica): logo dell’azienda produttrice, la varietà, la regione di produzione, l'annata, il codice a barre.

Grazie all’inserimento di un QR Code, è possibile acquisire ulteriori notizie attraverso il web che diventa dimensione aggiuntiva di esplorazione.

La scatola in cartone narrante

Il marchio espone chiaramente la sua posizione sul cartone delle scatole da spedizione, prodotta rigorosamente con materia prima seconda (riciclata):

‘Our planet matters more than our packaging’

No label: save energy

No glue: save waste

No paper: save trees

risultati
N.P.
attori coinvolti

Progettazione packaging “label-free”: Denomination - agenzia creativa specializzata nello sviluppo in chiave sostenibile di brand del settore Wine & Spirits, con sede a Sidney, Londra e San Francisco.

Produzione capsula: ORORA - leader mondiale nella progettazione, produzione e decorazione di bottiglie di vetro e lattine di alluminio. (Australia)

Produzione scatola in cartone 100% riciclato: Visy - leader globale nel settore degli imballaggi, del riciclaggio e della logistica (Australia)

considerazioni di ricerca

Limiti da considerare

• Esportabilità della pratica: le normative negli altri paesi del mondo permettono l’eliminazione dell’etichetta e la concentrazione delle informazioni obbligatorie in un codice QR?

• La capsula, che diventa spazio di comunicazione, è davvero necessaria e meno impattante di un’etichetta di carta? 

• Il progetto considera l’impatto digitale dovuto all’uso di un QR code per comprendere meglio le caratteristiche del vino?

• Se molti vini adottassero la strategia della bottiglia “nuda”, che ricadute si avrebbero in termini di riconoscibilità e identità estetica?

Potenzialità

• Le scelte coraggiose e radicali creano importanti punti di “rottura” rispetto al “si è sempre fatto così”, diventando spunto per ripensare e rimettere in discussione -contestualmente- scelte quotidiane ormai assodate. 

• La sostenibilità è un equilibrio dinamico, va costantemente affrontata e, se necessario, ripensata.

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Realtà

Fourth Wave Wine

nome esteso

Fourth Wave Wine

Le R messe in pratica
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sede

PO Box 90 Charlestown, NSW 2290

anno fondazione

2009

descrizione

Azienda australiana a conduzione familiare, avviata nel 2009, Fourth Wave Wine è diventata una delle aziende vinicole più dinamiche del mondo con un portafoglio di marchi vinicoli leader di mercato, tra cui Tread Softly, Little Giant, Elephant in the Room, The Hero e Farm Hand. La cantina lavora a stretto contatto con un piccolo numero di aziende vinicole a conduzione familiare che la pensano allo stesso modo per creare una gamma di vini autentici e regionalmente espressivi provenienti da sei paesi, tra cui Australia, Nuova Zelanda, Francia, Italia, Spagna e Argentina. Responsabilità sociale Fourth Wave Wine riconosce il popolo Awabakal come custode tradizionale della terra in cui lavoriamo. Riconosce i custodi tradizionali del Paese in tutta l'Australia e riconosce il loro rapporto continuo con la terra.

contatti
sales@fourthwavewine.com.au

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