La capsula in cera d'api e gesso alabastrino

Materiali del territorio per ridurre l'impatto del packaging

pratica circolare di

R2

Ridurre
citazione

"Sono state tante le prove e tanto il tempo dedicato a studiare e creare questo sigillo; cercavo dei materiali differenti dallo stagno o dal polilaminato plastico, così comuni e funzionali, ma allo stesso tempo costosi dal punto di vista ambientale."

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sfide

• Fare ricerca e sperimentare nuove opportunità a basso impatto per il packaging

• Contrastare l'usa e getta

descrizione

La capsula della gamma premium dei vini prodotti da Manuele Priolo è costituita da un materiale 100% organico: una mescola costituita per 3/4 da cera d’api vergine e per 1/4 da gesso alabastrino, lavorata e applicata a mano su ciascuna delle ca. 2.000 bottiglie prodotte all'anno.

Sono materiali crudi che una volta esaurita la loro funzione possono essere smaltiti nell'organico o compostati.

La capsula racconta una storia di territorialità e meticolosa cura in tutta la filiera, dalla gestione della vigna all'ultimo dettaglio dell'imbottigliamento, passando attraverso la creazione di relazoni di prossimità.

Questa capsula, che concorre a rendere l'intero packaging 100% plastic free, nasce dalla volontà del vignaiolo di trovare materiali differenti dallo stagno, dall'alluminio o dal polilaminato plastico, comuni e funzionali, ma allo stesso tempo costosi dal punto di vista ambientale e spesso anche sociale (si pensi allo sfruttamento del lavoro minorile, ad esempio, per l'estrazione dello stagno in molte miniere). "Ed il costo in sé non è dato solo dai materiali e dalle loro lavorazioni, ci sono materie anche più care in ambito ecologico; ma il costo enorme deriva dal fatto che sono elementi del packaging meramente estetici, senza una funzione tecnica dal punto di vista della conservazione del vino."

La capsula, per le caratteristiche intrinseche del materiale, diventa anche un sigillo di garanzia: essa si fonde a 50/55° centigradi, ma è soggetta a deformazione già a 45°, quindi se viene maneggiata a lungo può dimostrare la sua "manomissione".

risultati
Al 2024:

20kg

ca. di cera e gesso

all'anno

0%

di plastica

nel packaging

2

produttori

hanno imparato a produrre queste capsule grazie al supporto di Manuele

attori coinvolti

Un produttore di miele locale (Monteu Roero - Cuneo)

considerazioni di ricerca

Limiti da considerare

• La produzione e l'applicazione della capsula richiedono lo sviluppo di una abilità manuale specifica e sono time-consuming: incidono, quindi, in modo rilevante sui costi del packaging

• Il materia prima (cera e gesso) può non essere facilmente reperibile e/o local in altri contesti

• Soluzione difficilmente scalabile, se mantenuta manuale

Potenzialità

• Il progetto dimostra che la dedizione, la conoscenza del proprio contesto (soprattutto in termi i di risorse naturali) e la sperimentazione possono offrire risposte progettuali sostenibili non presenti sul mercato.

• La lavorazione manuale fa sì che ciascuna capsula sia diversa dalle altre (a seconda del clima, della temperatura di lavorazione, dell’esperienza manuale, della percentuale nella mescola), rendendo esteticamente unica ogni bottiglia.

• Gli step successivi potrebbero essere la completa rimozione della capsula (se la consideriamo elemento dalla funzione superflua) e il riuso della bottiglia in vetro?

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Realtà

Manuele Priolo

nome esteso

Azienda Agricola Manuele Priolo

Le R messe in pratica
R2. Ridurre
sede

Monteu Roero (Cuneo)

anno fondazione

2022

descrizione

Micro produttore roerino che descrive così la terra che rispettosamente custodisce e coltiva: "Uno dei piani più antichi del pleistocene. Zone nuove, attualmente inesplorate dalla viticoltura del roero. Terreni cangianti: in pochi metri si passa dal loess dell’altopiano del Poirinese, (un deposito eolico molto fine creato in epoche glaciali con erosione ad opera di venti forti e freddo), all’argilla blu dello zancleano, inframezzate dalla marna bianca calcarea, passando per le più conosciute sabbie astiane . Un’eterogeneità di suoli che mi causerà non pochi mal di pancia per la difficoltà e diversità di gestione, ma che rispecchia in pieno la bellezza dei vini che ne deriveranno, donando al prodotto finito ognuno un pezzo della sua origine e del suo passato. Suoli di origine deltizia e lagunare, visibili dallo scheletro detritico smussato ed arrotondato dalle acque dei fiumi, che, oltre ai piccoli molluschi, hanno visto pascolare placidi mastodonti , bovidi, orsi ed equini preistorici, in un mondo che pensa il roero passato esclusivamente sotto il mare padano del bacino terziario piemontese. Suoli che non chiedono altro che di essere valorizzati come meritano."

contatti
info@manuelepriolo.com

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