Micro produttore roerino che descrive così la terra che rispettosamente custodisce e coltiva: "Uno dei piani più antichi del pleistocene. Zone nuove, attualmente inesplorate dalla viticoltura del roero. Terreni cangianti: in pochi metri si passa dal loess dell’altopiano del Poirinese, (un deposito eolico molto fine creato in epoche glaciali con erosione ad opera di venti forti e freddo), all’argilla blu dello zancleano, inframezzate dalla marna bianca calcarea, passando per le più conosciute sabbie astiane . Un’eterogeneità di suoli che mi causerà non pochi mal di pancia per la difficoltà e diversità di gestione, ma che rispecchia in pieno la bellezza dei vini che ne deriveranno, donando al prodotto finito ognuno un pezzo della sua origine e del suo passato. Suoli di origine deltizia e lagunare, visibili dallo scheletro detritico smussato ed arrotondato dalle acque dei fiumi, che, oltre ai piccoli molluschi, hanno visto pascolare placidi mastodonti , bovidi, orsi ed equini preistorici, in un mondo che pensa il roero passato esclusivamente sotto il mare padano del bacino terziario piemontese. Suoli che non chiedono altro che di essere valorizzati come meritano."